Le risorse idriche in Italia
Il totale delle risorse rinnovabili in Italia ammonterebbe a 168 miliardi di m³, un dato superiore a paesi come la Gran Bretagna e la Germania.
La Conferenza delle Acque nel 1989 valutava in 155 miliardi di m³/anno i deflussi superficiali totali, pari cioè agli afflussi meteorici al netto dell’evaporazione e delle perdite, e in 13 miliardi di m m³/anno le risorse sotterranee. Il totale delle risorse rinnovabili in Italia ammonterebbe quindi a 168 miliardi di m³, corrispondenti ad oltre 2.000 m³ per abitante, un dato superiore a paesi come la Gran Bretagna e la Germania.
La difficoltà di approvvigionamento è data dal regime idrologico dei corsi d’acqua italiani, tale da rendere tecnicamente impossibile l’uso di una quota rilevante del deflusso superficiale. Infatti, se si escludono i bacini alpini, gran parte delle precipitazioni sul resto d’Italia avvengono nel periodo che va da ottobre a marzo. Per utilizzare questo deflusso durante il corso dell’anno, e in particolare nel periodo estivo quando si concentrano gli usi irrigui, sarebbe necessario immagazzinarlo in enormi serbatoi, la cui realizzazione è tecnicamente impensabile.
Questa caratteristica del clima italiano fa sì che la gran parte del deflusso superficiale sia inutilizzabile, rendendo l’effettiva disponibilità di risorse dell’ordine di poche decine di miliardi di m³, notevolmente inferiore a quella di paesi nordeuropei dove le precipitazioni hanno un andamento più continuo.
Per far fronte a questa situazione, a partire dai primi anni del Novecento le politiche idriche nazionali hanno puntato a realizzare invasi o serbatoi che permettessero di regolare il deflusso, immagazzinandolo nei periodi piovosi per poterlo utilizzare in quelli aridi. Con le opere artificiali realizzate, e al meglio della loro efficienza, si può affermare che all’inizio del 2000 le risorse disponibili da deflussi superficiali ammontassero a circa 40 miliardi di m³, cui si aggiungono 12 miliardi di m³ di acque sotterranee. Il totale delle risorse idriche disponibili in Italia ammonterebbe quindi a circa 52 miliardi di m³. In riferimento a tali valori va evidenziato che le precipitazioni nel decennio 1994-2004 hanno subito decrementi intorno al 10% su tutto il territorio nazionale rispetto alle medie storiche precedentemente conosciute, mentre il deflusso superficiale naturale, nel corso dello stesso decennio, ha subito in media un decremento di circa il 20%. Le risorse non sono però distribuite equamente sul territorio: nell’Italia centro-settentrionale ad esempio si ha un elevato numero di precipitazioni con fenomeni intensi. Al contrario, nella zona meridionale ed insulare, le precipitazioni sono più scarse i periodi di siccità più prolungati. In particolare, negli ultimi anni, si è assistito ad un intensificarsi in tutta la penisola dell’alternanza tra precipitazioni intense e periodi di siccità, i quali hanno dato luogo anche a problemi di controllo delle piene e di dissesto idrogeologico. Ai grandi bacini del Nord, alimentati dai corsi d’acqua alpini e caratterizzati da un notevole apporto d’acqua, anche sotterranea, fanno da contrappunto corsi d’acqua territorialmente più circoscritti e dall’andamento più irregolare lungo l’arco appenninico e nel Mezzogiorno.
Se nelle regioni centrali è ancora abbondante la circolazione di acque sotterranee, nel sud la falde utilizzabili sono invece assai scarse e confinate entro brevi tratti di pianura costiera, dove spesso subiscono fenomeni di ingressione salina. Se si volesse tracciare un quadro in termini numerici, al Nord, dove sono presenti risorse superficiali e sotterranee abbondanti e regolarmente disponibili, esse vengono utilizzate per il 65% rispetto alla disponibilità nazionale e per il 78% rispetto alla disponibilità locale; al Centro tale quota diminuisce e si ha un prelievo di circa il 15% rispetto alla disponibilità nazionale e del 52% rispetto alla disponibilità locale.
Per il Sud e le Isole il prelievo e del 20% rispetto alla disponibilità nazionale e del 96% rispetto alla disponibilità locale. Nelle zone in questione, nel passato, si sono resi necessari imponenti investimenti per la realizzazione di trasferimenti idrici a livello interregionale e di invasi artificiali.
RIPARTIZIONE DELLA DISPONIBILITÀ IDRICA PER MACROREGIONI E INTENSITÀ DI UTILIZZO RISPETTO ALLA DISPONIBILITÀ
Comparti idrografici | Disponibilità (milioni mᶾ) | Risorse usabili rispetto alla disponibilità nazionale(%) |
---|---|---|
Nord (bacino Po, Triveneto, Liguria) | 33.925 | 65% |
Centro (Romagna, Marche, Toscana, Lazio, Abruzzo, Molise) | 7.825 | 15% |
Sud (Puglia, Campania, Calabria, Lucania, Sicilia, Sardegna) | 10.085 | 20% |
Italia | 51.808 | 100% |
RIPARTIZIONE DELLA DISPONIBILITÀ IDRICA PER MACROREGIONI E INTENSITÀ DI UTILIZZO RISPETTO ALLA DISPONIBILITÀ
Calabria – Lucania3.1091.180
Comparto Idrografico | Risorse disponibili (milioni mᶾ/anno) | Risorse disponibili per abitante (mᶾ/anno) |
---|---|---|
Bacino del Po | 20.586 | 1.334 |
Nord Est | 12.660 | 1.975 |
Liguria | 679 | 337 |
Romagna – Marche | 1.615 | 478 |
Toscana | 983 | 275 |
Lazio – Umbria | 2.525 | 437 |
Abruzzo – Molise | 2.702 | 1.755 |
Puglia | 848 | 220 |
Campania | 2.166 | 400 |
Sicilia | 1.889 | 388 |
Sardegna | 2.058 | 1.299 |
Totale Italia | 51.819 | 921 |